Tutti gli stupratori fanno schifo, non solo quelli delle carni. Io oggi maledico gli stupratori della lingua e delle ideologie, perchè per forza questi li chiamano anni zero: tutto è stato raso al suolo, pensieri inclusi.
Ce l’ho con un sacco di gente. Tanto per iniziare, con quelli che il giorno della Befana fanno gli auguri alle donne, a tutte le donne ogni anno, sempre, con costanza, con convinzione divertita, con compiacimento, fino a quando la regina con la falce non li fa tacere (sempre troppo tardi): anche con lo humor, tutto da rifare.Ce l’ho con quelli che, anche per ridere, mi chiamano comunista perché sono di sinistra: nullatenenti cerebrali che bevono la propaganda, gli slogan e le semplificazioni lessicali perché così è più facile (del resto anche coi cani, in fase di addestramento, si usano sempre le stesse parole, in modo che abbinino il suono al comando).
Ce l’ho con quelle politiche sindacali che nel cercare di tutelare le fasce deboli hanno fatto un po’ di confusione, dando riparo e protezioni ai fannulloni, ai furbastri e ai lazzaroni, creando una politica dei diritti che dimenticava qualsiasi tipo di meritocrazia e di operosità: questo, abbinato al nepotismo e alle raccomandazioni (arti in cui l’italiano storicamente eccelle) ha rovinato buona parte della nostra filosofia del lavoro.
Ce l’ho con chi svende le ideologie al vincitore, e con chi non usa le parole come dovrebbe.
Maledico i violentatori della lingua, quelli che chiamano l’impedimento “legittimo”, quando di fatto è “legittimo un cazzo”.
Maledico quelle capre col diritto di voto che tra un orecchio e l’altro non trovano spazio per la giustezza quantomeno lessicale, se non filosofica (non è che si possa poi pretendere).
E spero che ci sia un dio che faccia espiare loro la malafede, la semplificazione verbale e la profanazione ideologica attraverso estenuanti scariche diarroiche: fino alla redenzione, amen.
Ciao. Complimenti per questo articolo… Sembrerà strano ma a me succede la stessa identica cosa, e forse è solo la società italiana che gira male.
Poco ma sicuro, Martina.
🙂
Brava! Sottoscrivo tutto, anche se io personalmente preferirei che ad aspettarli, dopo le scariche diarroiche, vi sia una lenta e crudelissima morte per masticazione da’ pescecani.
Sergio, il pescecane attribuisce un carattere di eccezionalità (anche un po’ cinematografica) al processo espiativo: non se lo meritano. Trovo che la diarrea sia più consona.
“vi fosse”, mannaggia ai teletubbies.
Sottoscrivo ogni parola.
http://pepeneroblog.blogspot.com/2011/01/premio-sunshine-award.html 😉
Grazie Erika, sono lusingata
:)))
È importante sottolineare la causa del piuttosto che.
Io sono cresciuta con la nenia “piuttosto che niente è meglio piuttosto”.